La nostra visione del pallone

Storia del Calcio. Tre parole che racchiudono tutto e il contrario di tutto. Tre parole spesso abusate e sicuramente inflazionate. Da quando internet e i social si sono impossessati delle nostre vite, il pallone è stato probabilmente uno degli argomenti più gettonati e maltrattati da parte di quell’infinito mondo che è il web. E se da un lato la rete ha oggettivamente favorito contatti e scambi, dall’altro ha abbassato il livello di quelli che dovrebbero essere i contenuti storici. Ma spieghiamoci meglio.

AL CENTRO LA STORIA (NON L’EGO)

In primis, la Storia del Calcio è già tutta scritta. Esistono migliaia e migliaia di quotidiani, periodici e pubblicazioni estemporanee che nel corso del tempo hanno raccontato di tutto e di più su quanto accadeva nel magico mondo del pallone. La maggior parte di queste pubblicazioni, contrariamente al credo comune, non sono disponibili nei canali del web, ma ad appannaggio di pochi coraggiosi pionieri che da decenni hanno la pazienza di raccogliere, archiviare, catalogare e studiare tali documenti. Analogo discorso va fatto per i video, la cui essenza è presente solo in minima parte sul web, ma che fortunatamente risulta ben conservata nella sua completezza negli archivi privati.
Dopo questi presupposti va da sé che l’informazione calcistica di cui ci si nutre oggi sia più inquadrabile in una sorta di intrattenimento dove, sulla base di qualche avvenimento storico (quasi sempre arcinoto), si ricamano pagine e format e dove ego e opinioni, spesso senza costrutto, la fanno da padrone nell’ottica di ottenere un qualche riconoscimento personale.

CONTRO LE “SINTESI” CHE VANNO DI MODA

È chiaro che questa deriva dell’informazione calcistica stia lentamente costruendo una coscienza comune di come la Storia del Calcio sia alla portata di tutti e narrabile, in ogni modo, da chiunque. Conseguenza di ciò è un abbassamento radicale della qualità delle informazioni, in termini di completezza e veridicità.
Significativo in tal senso il desiderio comune di “sintesi” di molti provetti scrittori, ove per sintesi si intende racchiudere categorie di calciatori, partite e squadre in improbabili classifiche “assolute” volte a incantare e ingannare il lettore sprovveduto, ma che di sostanziale hanno poco o nulla. Come si fa a stilare, ad esempio, una top 11 di un club la cui storia magari ha cavalcato tre secoli e che ha giocato centinaia o migliaia di partite? Per farlo con senso compiuto servirebbe aver letto decine di migliaia di pagine nel corso dei decenni e visto almeno centinaia o migliaia di partite. In calce bisognerebbe specificare: «la top 11 di quello che conosco io», ma questo non l’ho mai visto fare da nessuno, anche perché risulterebbe troppo riduttivo e poco interessante. Il controsenso è evidente e il risultato pur ben confezionato, nulla ha a che fare con la Storia del Calcio.

VERITÀ, COMPLETEZZA, RIEQUILIBRIO

Questa lunga premessa si è resa necessaria per spiegare il nostro intento: in queste pagine mai troverete quanto citato sopra. Con il nostro lavoro ci proponiamo di offrire contenuti reali di Storia del Calcio, utilizzando uno dei più grandi archivi cartacei e video del mondo e una delle banche dati di calcio internazionale più complete esistenti, fonti entrambe riconosciute a livello europeo e mondiale.
Lo scopo, nei limiti del possibile, è quello di portare alla luce fatti poco noti e raccontare in maniera compiuta e veritiera quelli già noti, lontano dai clamori dei “like” o da pindarici esercizi autocelebrativi. Cercheremo inoltre di riequilibare le tante, troppe, situazioni storiche, manipolate e distorte da esigenze di “audience”. Per fare ciò ci avvarremo di una redazione compatta, competente e interamente votata a questo tipo di approccio che per scelta propria firmerà ogni contenuto come redazione e quindi come “gruppo di lavoro” e non come singolo soggetto. Questo lavoro è fatto innanzitutto per noi e per il rispetto che il nostro gruppo nutre per la sacralità della Storia del Calcio.
Confidiamo, comunque, che possa piacervi.

Buona lettura.

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